15 Marzo 2012
|Negli anni ottanta, quando usciva il nuovo lp di un big ne arrivava una notevole quantità. A giugno 1986 uscì Invisible Touch dei Genesis e, anche se non si trattava di un'incisione memorabile, ne arrivarono in negozio un'ottantina di copie (erano altri tempi). Avevamo liberato uno scaffale all'ingresso per piazzarci i dischi e, quel sabato, il primo genesisiano ad entrare fu, inevitabilmente, l'Uomo del Monte. Inevitabilmente, perchè era il fan più accanito e perché, oltre che accanito, era molto pignolo e quindi voleva scegliersi la copia migliore. Eccolo quindi a tirare fuori uno per uno gli ottanta lp (tutti sigillati). Ogni tanto ne tiene uno da parte, poi ne trova un altro che gli sembra buono e lo confronta con quello messo da parte e così fino alla fine, quando si presenta alla cassa con il prescelto (conto fino a dieci per trattenermi dall'insultarlo). Una quindicina d'anni dopo, come sempre al sabato, vado in negozio poco dopo le otto, quindi prima dell'orario di apertura, e, come al solito, mi entra dietro l'Uomo del Monte. In questo periodo la sua genesismania si è andata accentuando: oltre a tutte le edizioni che trova del gruppo, è alla caccia dei cd dei singoli componenti, dei familiari, degli ospiti e ai Genesis si sono aggiunti ora anche Yes, E.L.P., Corrs (?) e qualche altro (non troppi). Ogni sabato mattina (ora fa il taxista ed è il suo giorno di riposo) mi si piazza davanti, tira fuori dalla sua solita valigetta le sue liste e mi costringe a lunghe ricerche (deve essere un'abitudine dei taxisti, vedi puntata "Il mondo visto da Disco Club: Una puntata (quasi) seria"). Il fatto è che non sempre le sue indicazioni sono precise, così una volta mi ordina un disco mai sentito di Tony Banks: peccato che non sia quel Tony Banks, ma uno sconosciuto musicista americano. Quando con una faccia sorpresa mi dice che quel cd non gli interessa, devo contare ben oltre il dieci, per non mollargli un cazzotto in testa (non avevo ancora le armi attuali). Quel sabato però non andò così.
Forse ero più nervoso, non so, sta di fatto che quando, mentre sto contando il fondo cassa, lo vedo entrare, appoggiare sul banco la sua valigetta (a proposito, è come la borsa di Mary Poppins, la usa al sabato quando fa il giro dei negozi, la usa quando va a vedere i concerti in Italia, la usa quando va alle riunioni inglesi di genesisiani ed anche per un viaggio negli States: quello è il suo bagaglio e nient'altro), estrarre la sua lista e... e basta. Ho provato a contare, ma non sono ancora arrivato al tre, che mi sento sbottare "basta, non ne posso più, non faccio in tempo ad entrare che vieni a rompermi le scatole, vai da qualche altra parte, non venire più qui", "ma dove vado?", ribatte lui, "vai da Pink Moon (ndr: ora chiuso), vai da Kamarillo (ndr: ora chiuso), vai da Powerstation (ndr: ora chiuso), vai da On Stage (ndr: ora chiuso), vai dalla Fnac (ndr: allora appena aperta ed ora quasi chiusa)". Prende la lista, la rimette nella valigetta e se ne va. Mi da retta e per qualche anno non lo vedo più entrare. Un giorno lo incontro e lo saluto; da questo trova lo slancio per fare un primo rientro, direi che è un po' meno rompi. Per il secondo rientro aspetta qualche settimana ed anche questa volta va tutto bene. Ed eccolo di nuovo tutti i sabati entrare con valigetta (sempre la stessa), lista (con i soliti nomi), ma con una differenza: non è più il primo cliente del mattino, aspetta le dieci per fare il suo ingresso. All'inizio sembra anche meno pignolo, ma probabilmente lo fa per non urtarmi; infatti un giorno mi chiede un disco appeso alla parete della vetrina, glielo porgo togliendo il magnete (per infilare il quale devo fare un piccolo taglio nella plastica esterna) che lo teneva attaccato alla parete, lui lo guarda e mi dice: "non ne hai uno senza questo taglio?", "no è l'ultima copia", lo guarda ancora, è teso, non sa come dirmelo, ma alla fine eccolo "puoi ordinarmene un altro?". Non è guarito allora; non lo vuole per quel piccolo taglio nel sigillo esterno, che in tutti i casi dovrebbe togliere per poterlo sentire! Riprendo il cd, rinfilo il magnete e riposiziono il disco in vetrina. Mentre faccio tutto questo conto, fino a dieci, ma non basta, arrivo a venti ed è ancora poco. Quando rientro in negozio sono arrivato quasi a cento e mi sento in grado di affrontarlo senza dare in escandescenze. Probabilmente non lo investo come l'altra volta, perchè non saprei quale altro negozio consigliargli; e così ricominciamo, entra mi chiede gomma e matita per correggere la sua lista, guarda attentamente i suoi acquisti per vedere eventuali difetti, ordina dischi inascoltabili solo perché c'è il nome di uno dei suoi idoli (o qualche parente) nella copertina. L'altro giorno lo vedo rientrare un'ora dopo il suo acquisto, tira fuori il disco appena comprato e mi dice "potresti darmi la copia del cd che hai in vetrina?", "perché?", mi indica il libretto che si intravvede all'interno (il disco è ancora sigillato) "vedi è difettoso"; peccato che non sia un difetto, ma è proprio come è fatto il libretto, quello in vetrina è uguale identico, anzi forse un po' peggio, infatti si affretta a riprendersi quello comprato e se ne va dicendo "mi tengo questo". Da quel momento ho incominciato a contare e ..... conto ancora adesso.
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