Diario dal 1 al 10 febbraio
Di prima mattina entrano due signore, la più piccola, non saluta, avanza nel negozio, guardando verso l'alto, dove ci sono solo le nostre t-shirts, borbotta "Non ne hanno", la seconda, quella alta, guarda in basso verso l'amica e le chiede "Ma cosa cerchi?". Glielo chiedo anch'io "Dica pure". Lei "Vedo che non ne avete", io "Che cosa?", lei "Cd".
Dopo di lei scontento altre due anziane. La prima, "Cerco il disco di Iva Zanicchi con una canzone dedicata al padre", la seconda "Ha cd di Franca Lai?", doppio no e uguale commento delle signore "Eh sì, è roba di 40 anni fa".
Ecco un ragazzotto "Posso chiederle un'informazione?", "Dimmi", "Per caso riparate musicassette?".
Non è l'unica richiesta strana. Uno entra sparato con un foglio in mano "Vorrei fare una fotocopia", poi si guarda intorno "Mi sa che ho sbagliato negozio" e se ne va, senza che io abbia detto una parola. Un altro vuole corde di violino, ma batte tutti il signore che chiede "Cerco quell'apparecchio per cd da attaccare alla televisione per vedere le partite".
Concludiamo con un fuoriclasse, il Pluriespulso. Non ha mai portato copricapo, da un po' di tempo invece si presenta con un berrettone di lana, come mai? Me lo spiega, "Ho avuto anch'io la sciatalgia" (nel senso di "come te"), evidentemente il suo nervo sciatico parte dalla testa per arrivare sino al piede. Lascio perdere e metto su un disco di Drugdealer, lui prontamente "Brava questa ragazza", io "Veramente è un cantante", lui non si rassegna "Però nel coro c'è una ragazza", lo sfottiamo "Sì, anche tra il pubblico". Ma ecco la sorpresa, dopo un po' una canzone incomincia con una voce femminile, lui si risveglia dal letargo nel quale era caduto "Visto che era una ragazza!". Effettivamente c'era, ma ospite solo in un pezzo, una delle preferite dei nostri clienti: Weyes Blood.
Il Diario di Disco Club
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