Ha senso, in qualche modo, recensire questo disco nel mezzo dei dibattiti (politici e pubblici) sulla brexit. Questo disco è, infatti, una reazione alla brexit; un esperimento d’identità britannica in musica per tempi disastrati. Damon Albarn, che è il capomastro di TGTB&TQ, non è nuovo a musica identitaria (britannica e non, basti pensare al progetto Mali Music). Qui, insieme ai compagni di lusso Paul Simonon, Simon Tong e Toni Allen, il tono è tristemente pop; come una giostra in riva al mare d’inverno; organi circensi, ballate in minore, ritmi rotti su melodie folk. Il disco procede in modo coeso, come lavoro unico; non è una raccolta di brani singoli; è una lettera agrodolce da un’isola in fermento. Le canzoni hanno muscoli ritmici (la squadra Simonon/Allen è di prima scelta) ma restano in bianco e nero; ballate pop senza facili scorciatoie. (Marco Sideri)