L'angolo di Dario
02 Gennaio 2019
|....e proprio quando pensavate di essere ormai al sicuro ecco tornare di soppiatto l'angolo di Dario, con tutto quel che ne consegue. Certo, immagino che – impegnati come siete a discutere sul più bel disco dell'anno o a decidere quale dei rompipalle matricolati del diario 'ufficiale' meriti la gogna e quale il rientro (in manicomio) – vi siano sfuggite le cose realmente importanti del 2018 appena trascorso.
Ecco alcuni spunti che (spero) vi faranno riflettere:
• OK, OK, il più del disco dell'anno sarà appannaggio dei soliti noti amici di Buscadero (Neil Young, Bob Dylan, Van Morrison...) o di qualche meteora pseudo-indie che l'anno prossimo non saprete manco più chi sia (metterei esempi ma ovviamente li ho già dimenticati tutti)?
Ma soprattutto chissenefrega? Molto più interessante è discutere quale sia stato il disco più brutto dell'anno. A comprare dischi belli (o a far finta che tutti i dischi acquistati siano belli) son capaci tutti: riconoscere di aver preso un pacco clamoroso richiede molta più classe. Pensateci.
• Il 2018 è stato l'anno di Chuck Mangione, dominatore assoluto della pausa pranzo con innumerevoli freddure di dubbio gusto ma di grande efficacia. Alcuni coraggiosi hanno esplorato in lungo e in largo la sua discografia e sfiorato con timore reverenziale anche quella del fratello, l'improbabile Gap Mangione. Trovare qualcuno che possa degnamente succedergli nel 2019 sarà durissimo. Non rimane che sperare.
• So di darvi un dolore ma i casi sono due: o le scuole di swing stanno perdendo colpi o semplicemente gli amici e i parenti dei ballerini non vengono più a comprare da Disco Club. Nel corso del 2018 infatti la fatidica domanda: 'Avete da consigliarmi un disco DI vinile da regalare a uno che balla swing?' è stata posta con frequenza sempre minore. Meno male, perché non sapevo più cosa inventarmi.
• Finalmente possiamo rispondere 'sì' (come l'ultimo album di Bocelli) all'altra fatidica domanda: 'ma è vero che stanno tornando i vinili?'. Stavolta è vero, dopo i falsi allarmi e i fuochi di paglia degli scorsi 5/10 anni. Certo, la maggior parte della gente continua a comprare solo 'Dark Side of the Moon' come se dovessero metterlo fuori legge domani ma comincia ad esserci speranza anche per il resto del catalogo. Questo dovrebbe far pensare tutti quelli che si ostinano a passare in negozio solo per dirmi: 'sai, io venivo qui 30 anni fa. Ho ancora tutti i dischi dei Genesis e blablabla'. Rispolverate il giradischi, risentitevi quei belin di dischi dei Genesis e poi ricominciate a comprare, please. Fatemi contento. Se poi volete fare dei paragoni ho qualche copia nuova di 'Nursery Crime' da far fuori.
Ci vediamo in negozio,
Dario.
25 Marzo 2018
|Bentornati!
Volevo ringraziare tutti quanti mi hanno espresso la loro ammirazione incondizionata in seguito alla pubblicazione di questa rubrica: siete molto gentili ma purtroppo non posso prestarvi altro denaro (ndg=nota di Gian, lo dà già tutto ai vari vu' cumprà quotidiani). Sarà per la prossima volta. Si parla oggi di un nuovo beniamino dei Ciardellis: Ron Gallo, con il suo 'Heavy Meta' (East West). Pur essendo il disco in questione uscito nella prima metà del 2017 era decisamente sfuggito all'attenzione dei più (senz'altro alla nostra, comunque) ed è stato ripubblicato/ripromosso senza vergogna un paio di settimane fa. Questo 'Heavy Meta' è un album che funziona, sospeso com'è tra un citazionismo mai manierato (impossibile non pensare ai Rolling Stones sentendo l'opener 'Young Lady, You're Scaring Me' o non riconoscere i Beatles di 'Helter Skelter' nei coretti di 'Kill the Medicine Man') e una freschezza pop che è la sua vera arma vincente. Con questo divertito melange di glam rock, power pop e 60's garage (ma si potrebbero buttare nel calderone anche certo britpop e la roba solista di Jack White) Ron Gallo è riuscito a sfornare uno tra i dischi più interessanti di questo 2018. Peccato sia uscito nel 2017.
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