La reunion dei Dream Syndicate al Bloom di Mezzago è stato un evento a cui non volevo mancare, e insieme a me moltissime persone, visto che il locale era sold out. Steve Wynn ha trascinato la banda da par suo, un rocker raffinato e grintoso, impeccabile. Alcune pecche da reunion: il bassista che a volte non si ricordava i pezzi (ops, beccandosi ridendo qualche occhiataccia da Wynn), il batterista, seppur sempre preciso, che ha perso qualche colpo, e soprattutto la delusione per il chitarrista che ha sostituito Paul Cutler con un suono dispersivo e debole, assoli poco ispirati, tanti larsen insulsi, un tocco poco convinto e convincente. Danze aperte da See that my grave is kept clean, e poi via tutti i classici (molto Days of wine and roses), la "mia" Burn quarta, alle mie aspettative sono mancate solo Still holding on to you e qualcosa in più da Ghost stories. Sorprendente l'inserimento di Break on through dei Doors in John Coltrane stereo blues.
Tante pelate e capelli brizzolati e bianchi, età media 45 anni, molti a cantare i testi, tutti generalmente soddisfatti e contenti di esserci stati, anche se 25 anni dopo (anni che si sentivano e si vedevano). Più che di una reunion dei Dream Syndicate si puo' parlare di uno Steve Wynn che propone solo pezzi dei Dream Syndicate, in effetti, ma è stato sempre un gran bel proporre. I momenti in cui mi sono più emozionato sono stati Boston, Now I ride alone e The side I'll never show (dopo Burn il mio pezzo preferito, anche per il testo). (Franco Zaio)