05 Maggio 2020
|6.5.20 Dove si parla di pagne, della pigrizia che a volte ci prende e di quanta musica ci sia da scoprire.
Nei giorni scorsi, in una delle videochiamate che tanto vanno in questo periodo, ci siamo ritrovati con un amico a parlar di quei tessuti coloratissimi che arrivano dall'Africa. Si chiamano pagne - mi dice - sono gli scampoli con cui si fanno i vestiti. Il giorno dopo, mentre leggo un Simenon, La Cattiva Stella, mi imbatto in una frase che descrive "un ragazzone vestito di un pagne". Fino al giorno prima, non avrei saputo cosa fosse. Ho riflettuto sul fatto che quando sentiamo parlare di qualcosa, improvvisamente ce la ritroviamo davanti. Analogamente a quando si compra un automobile, pensando di essere stati originali e appena ci si mette al volante non vediamo che vetture dello stesso modello. Così succede con la musica: se non vinciamo l'irresistibile pigrizia che ci porta ad ascoltare solo cose affini a ciò che già conosciamo, rischiamo di precluderci la scoperta di cose strabilianti, che magari inconsapevolmente cercavamo da anni. In genere sono le persone ad aprirci...le orecchie: mi è successo con Nino Ferrer (sì, quello di Agata) che ho scoperto raffinatissimo e malinconico musicista grazie a Francesco; e con Weyes Blood, cantante di cui mi sono innamorato dopo una chiacchiera con Guido. Le riviste talvolta riescono a incuriosirmi (dovrebbe essere questa la funzione della critica no?), raramente i quotidiani, incapaci di uscire dalla routine; quasi mai gli algoritmi di Amazon o Spotify che consigliano nuovi acquisti o ascolti secondo percorsi banali o inspiegabili. In questi giorni pandemici gli spunti sono arrivati da Facebook: in tanti si sono gettati "sui dieci dischi per me importanti..."; da lì arriva Supper degli Smog, indicato da Fausto e da Antonio; e di loro mi fido. Invece l'Orchestra Baobab già la conoscevo: ma parlando di pagne, il mio amico si è ricordato di quella volta che, a Dakar per girare un documentario, è andato a vederli in un locale: non credo fosse quello da cui hanno preso il nome negli anni '70, ma sentendo quel racconto, mi è tornata voglia di sentirli. (Danilo Di Termini)
I DISCHI DI QUESTA SETTIMANA
Nino Ferrer - La rua Madureira
Weyes Blood - Mirror Forever/Titanic Rising
Smog - Feather By Feather
Orchestra Baobab - Pirates Choice
< Prec. | Succ. > |
---|
I più letti
- Il 19 dicembre 1965 nasce a Genova il negozio di dischi più vecchio della città: Disco Club.
- 23 aprile 2022 - 15 anni di Record Store Day
- THE BEATLES
- DISCO DELL'ANNO 2012
- DISCO DELL'ANNO DI DISCO CLUB 2009 - Le Playlist
- DESIERTOS - La Spagna e i luoghi del western
- CLOCK DVA - Post Sign
- MARK-ALMOND - Una band leggendaria e misteriosa
- DISCO DELL'ANNO 2013 - Classifica provvisoria e liste
- BLUR - All The People Blur Live At Hyde Park