
Garland fece ascoltare alcuni accordi a Pepper e la registrazione ebbe inizio: la limpida bellezza della versione di “You’d be so nice to come home to” sembra essere il frutto di una meticolosa organizzazione e non una sorta di improvvisazione concordata. Il suono dell’alto di Pepper è limpido, luminoso e solare (agli antipodi dalla sua spaventosa vita privata di quegli anni), le frasi nette e compiute: sia in un blues come “Red pepper” che in “Straight life”, la sua composizione più famosa, sia in uno standard come “Star eyes” che in un medio tempo come “Imagination”. “Waltz me blues”, “Jazz me blues”, la latineggiante “Tin tin deo” e il bop di “Birks works” completano il programma di un disco divenuto un vero e proprio classico, tra l’altro inciso secondo i migliori canoni dell’alta fedeltà. Un autentico capolavoro. (Danilo Di Termini)