
I brani si susseguono come i capitoli di un libro, con la struggente Berlin ad aprire e presentire nelle note finali gli echi dell’incombente tragedia. Difficile operare una scelta sulle canzoni, tutte coerenti con il disegno di questo concept album : Lady Day, Caroline Says I e II, la drogata How do you think it feels, The kids, l’ipnotica The Bed e a chiudere l’epica Sad Song. Su tutte la voce di Reed che stentorea ci conduce tra le pieghe di queste vite difficili all’ombra del Muro (siamo a Berlino nel 1973) in attesa di un riscatto che non arriva. Suonano grandi musicisti in questo album : tra gli altri Steve Hunter, Jack Bruce, Steve Winwood ed un insospettabile Tony Levin. Oggi il signor Reed frequenta gli ambienti più confortevoli dell’establishment internazionale che ne hanno forse fiaccato l’antico vigore, ma come non essere indulgenti nei confronti di chi ci ha regalato un tale prezioso capolavoro? (Flavia Ferretti)