
Non sono riusciti a costruirsi un’immagine accattivante e maliziosa, guadagnando di conseguenza plausi moderati da determinati quartieri più intransigenti; sono andati avanti per la propria strada, fino a che non hanno litigato e la strada si è biforcata. “Bridge Over Troubled Water” resta il capitolo più felice della loro avventura, sei dischi in poco più di sei anni, fosse anche solo per il capolavoro assoluto che è “The Boxer”. Tuttavia, nonostante sia politicamente scorretto, non si fatica a consigliare una delle tante raccolte uscite in seguito allo scioglimento del gruppo, a chi volesse godere della musica dei due (“Tales from NY”, la migliore). Sono infatti moltissime le canzoni eccellenti, non ultima la celeberrima “Sounds Of Silence”, disseminate negli album accanto a episodi meno riusciti. All’indomani del divorzio artistico, Simon, da sempre autore dei brani, ha proseguito una carriera solista degna di nota (e nata prima del sodalizio con Garfunkel), mentre il compare si è limitato a sfruttare al meglio la popolarità conquistata negli anni, frequentando il circuito sbiadito della nostalgia rock. (Marco Sideri)