
Rinnovando non tanto la forma, gli arpeggi o i motivi dolenti, quanto l’impatto: l’America, quella vecchia dei film e dei saloon, torna a cantarsi senza cadere nella ripetizione o, peggio, nella parodia. Non c’è una canzone brutta, né un brano migliore; il disco inizia e finisce nutrendosi di chitarre arpeggiate e organi accarezzati, immagini sacre e cuori spezzati, in un’unica splendida ballata. La voce che sa di nicotina e bicchiere della staffa racconta tredici storie di amore, strada e partenze come se fosse la cosa più faticosa e naturale del mondo. Si ascolta e poi si ricomincia, senza riflettere troppo. Un whiskey per lo Spirito Santo. Salute. (Marco Sideri)