“Quasi ogni giorno mi sveglio, bevo un caffè e scrivo musica”. Con una quarantina di album all’attivo e altri duecentocinquanta (circa) in cui ha assicurato la sua presenza, non abbiamo motivi per non credere alle parole del chitarrista di Baltimora; che poi definisce l’esperienza del suonare profondamente legata al rapporto con gli altri musicisti. Forse per questo “Music IS” è solo il terzo disco in solo, dopo “Ghost Town” del 2000 e “Silent Comedy” del 2013, costruito come un viaggio nella sua memoria musicale. Quanto questo percorso sia comunque innovativo lo dimostrano le versioni di “Pretty Stars” e di “Ron Carter”, entrambi apparsi originariamente in “Blues Dream”, o di “Monica Jane” da “This Land” (ma la cui prima versione risale ad un disco con Paul Bley del 1986), o ancora di “In Line” e “Rambler”(presente in due versioni totalmente differenti) dai primi dischi solisti per ECM. Innovazione che passa anche per un vecchio pianoforte di Keith Moon, arrivato a casa di Frisell dopo essere passato nelle mani di Richard Manuel della Band e di Ian McLagan degli Small Faces, per fare da cassa di risonanza all’amplificatore in “Think About It” o per il blues di “Go Happy Lucky”. La chitarra al massimo della sua espressione. (Danilo Di Termini)