Dopo il non entusiasmante disco con il cantante Kurt Ellling, Branford Marsalis torna alla classica formazione del quartetto con il contrabbasso di Eric Revis, la batteria di Justin Faulkner (che ha sostituito Jeff "Tain" Watts nel 2009) e il pianoforte del bravissimo Joey Calderazzo. A suo agio sia insieme a Sting che con un'orchestra classica, il più anziano dei fratelli Marsalis ha ormai trovato una sua cifra stilistica originale.
Dal dichiarato amore per il tenore di John Coltrane (che lo ha portato a rieseguire in un live, disponibile anche su disco, la suite di "A Love Supreme"), dagli echi di Sidney Bechet nel suo soprano ("Snake Hip Waltz" di Andrew Hill), da una densità esecutiva che ricorda il miglior Sonny Rollins ("Life Filtering from the Water Flowers"), Marsalis riesce a trarre l'energia per emergere come un autentico fuoriclasse: ascoltatelo nei due temi scritti dal suo pianista – la struggente "Conversation Among the Ruins", che prende il titolo da una poesia di Sylvia Plath, e l'altrettanto sensuale "Cianna"; o ancora nell'esplosiva versione di "The Windup" di Keith Jarrett. Grandezza che trova il giusto riflesso negli altri membri del gruppo, tutti all'altezza, tanto da risultare una delle migliori formazioni del jazz attuale. E uno dei dischi più interessanti di questa prima parte dell'anno. (Danilo Di Termini)