Si apre con un brano di struggente bellezza, Go On, il secondo disco della cantautrice canadese Basia Bulat: percussioni e archi accompagnano in una corsa forsennata il racconto di un'avventura sentimentale finita male. La copertina ritrae la biondissima Basia in un paesaggio di montagne e brughiere dello Yukon, e l'intero disco potrebbe essere la colonna sonora del Canada più remoto: folk tutt'altro che minimale, anzi spesso sostenuto da una strumentazione ricca ed elegante, che sfugge tuttavia al rischio di risultare meramente coreografica o edulcorante. Anche nelle atmosfere più rarefatte (Sugar And Spice) è soprattutto la voce di Basia a emergere, ricca di tonalità e davvero bella. Inutile citare Joni Mitchell, il cui nome rinvierebbe più che altro alla comune provenienza; Heart Of My Own è invece un disco che, pur inscrivendosi nel solco di una tradizione, è espressione di una personalità artistica già formata nella scrittura come nel canto. (Marina Montesano)
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