Quest’album è accreditato agli Eels, ma persino più dei precedenti è (fin dal titolo) un disco solista di Mark Everett, peraltro artista con un ego che fa per cinque e una scombinatezza che fa per dieci. The Cautionary Tales… può essere considerato, per gli estimatori di Everett, un classico disco ‘d’affezione’: più sommesso rispetto al precedente Wonderful, Glorious, sostenuto da una bella se sequenza di melodie commoventi (soprattutto all’inizio) e reso quasi ‘concept’ dai testi autocommiserativi di chi, a 50 anni, continua ad avere problemi a rapportarsi con l’universo femminile. Si può dire che Everett sia ormai una colonna del circuito alt-rock, una colonna dalle forme bislacche e che forse non sostiene granché, ma a cui siamo contenti di appoggiarci quando anche noi, come l’uomo chiamato E, ci sentiamo problematici. (Antonio Vivaldi)