
Marquee Moon è il prototipo, uno dei prototipi, del disco “epocale”. Lo troverete citato in centinaia di recensioni come parametro stilistico ed estetico, ricorrerà in infinite conversazioni del tipo: “..certo che dischi come questo non li fanno più…”, spunterà più o meno a proposito ogni volta che si racconta “il punk”. Ma Marquee Moon è anche un disco sommerso, un nome frequente ma un ascolto relativamente raro. Non ha raggiunto l’immortalità diffusa dei dischi di Beatles, Rolling Stones o Sex Pistols; dischi che chiunque ha sentito, almeno nominare, dischi che moltissimi sanno fischiettare. La musica dei Television parte da presupposti più intricati, un insieme di spunti provenienti dalla Francia dei poeti e dall’America delle metropoli o, più precisamente, di una metropoli: New York. A New York nasce ed esordisce il gruppo, guidato dal cantante e chitarrista Tom Verlaine, ed è istantaneamente chiaro che ci si trova davanti a qualcosa di diverso. Dalla capitale americana dell’avanguardia, il suono del gruppo mutua un’anima libera di sperimentare: un intreccio di rimandi che scavalca l’esplosione punk pur essendone parte integrante, non solo impeto ed elettricità ma anche complicate avventure psichedeliche e pulsazioni provenienti dai ‘60. Alle melodie semplici ed immediate si affiancano dilatazioni chitarristiche e code aggrovigliate. Alla battuta sempre sostenuta, momenti di riflessione carichi di tensione. Marquee Moon è solo il primo disco dei Television, ma il gruppo non sarà mai più capace di replicare quell’equilibrio, quella perfetta miscela di idee e istinto. Anche oggi, quando il punk è oramai quasi materiale da museo, questo disco resta capace di stupire chi lo incontra per la prima volta. Sfuggendo, a più di venticinque anni dalla pubblicazione, a qualsiasi “categoria”.
(Marco Sideri)