maigretChi mi conosce sa che una delle mie passioni è Simenon, tanto nella versione romanzi, quanto in quella "Maigret". E proprio del nostro commissario avremo bisogno per risolvere due casi avvenuti a Disco Club.
I personaggi sono simili come mole (notevole altezza e soprattutto peso) e per la sindrome da acquisto compulsivo. Differente è l'età: all'epoca degli episodi (avvenuti a circa quindici anni di distanza tra loro) il primo aveva almeno il doppio degli anni dell'altro.
Veniamo ai fatti, incominciando con quello più antico e con protagonista il più anziano.
Gigio è un cliente di fine anni '80, maniaco della musica da discoteca del decennio precedente. Solo brevemente la sua mania era stata interrotta da un'avventura amorosa conclusasi col matrimonio. Brevemente, perchè la prima notte del viaggio di nozze la sua scarsa agilità lo porta a cadere dal letto e il suo notevole peso a schiantarsi al suolo con fratture varie. La novella sposa lo molla all'istante, all'ospedale, e chiede il divorzio, immediatamente concesso perchè il matrimonio non è stato consumato. Guarito può quindi concentrarsi nuovamente sulla sua monomania, rimpinguare la discoteca (già fornita di 45gg, mix, vinili) e incominciare ad aggiungere anche le ristampe in cd dei suoi dischi preferiti. La spesa è notevole e dopo un po' di tempo non riesce più a starle dietro col portafoglio: mi chiede allora di poter pagare una parte dei suoi acquisti a fine mese, quando prende lo stipendio. Glielo concedo e, a dire il vero, per qualche mese non ci sono problemi. Ma la sua sindrome lo spinge ad innalzare ancora il suo budget e questo fa sì che ogni mese non riesca più a pareggiare il debito, che, anzi, aumenta in maniera esponenziale, fino a quando non lo stoppo: "O mi paghi quello che hai preso, o non ti do più niente". Sparisce per qualche giorno e, quando si ripresenta in negozio, ha le lacrime agli occhi "Scusa, Gian, ma mi è successa una disgrazia: è morta mia mamma" e scoppia a piangere. Io e Ste cerchiamo di consolarlo, ma in casi del genere le parole non servono a molto. L'unica cosa che posso fare è di dargli un po' di respiro per i pagamenti. Non posso però andare troppo avanti perchè il suo debito continua a crescere e sono costretto a farglielo presente. Gigio allora mi fa questa proposta "Ti serve mica un tv piccolo per la cucina?", "Perchè?", "Ne ho uno quasi nuovo che mi avanza, se lo vuoi te lo do, così andiamo pari", Non era la mia massima ambizione avere questa tele in più, ma, sempre per i motivi di cui prima, accetto. "Vienitela a prendere sul lavoro, perchè ce l'ho in ufficio", dice. Così faccio e mi porto via la tv, anche se non capisco perchè mi faccia passare dal retro e si guardi intorno con fare furtivo.

Passano quindici giorni e ricevo questa telefonata: "Gian, sono Gigio" la voce è trafelata e quasi singhozzante "La te-tel-tele.. ce l'hai in casa?". "E sì dove vuoi che ce l'abbia?". "Mmm mel...la devi ridare". "Scusa, ma perchè?". Dietro la sua, sento una voce femminile che dice "Fatela riportare, che ti licenziano" e lui che ribadisce "Non era mmmia, era della ddditta, se ne sono aaaccorti e, se non la riporto oggi stesso, mi cacacciano" e giù singhiozzi mentre conclude " Te ne do un'altra, che ho in casa". A questo punto sento di nuovo la voce femminile che non sembra essere molto d'accordo con quest'ultima affermazione e blatera qualcosa; e Gigio cosa fa? Molla un attimo la cornetta, si gira verso questa voce di sottofondo e le urla "MAMMA, smettila".

Avete letto bene: MAMMA!
E quì deve intervenire Maigret per risolvere questo primo caso: Gigio ha ucciso la mamma, sostituendola con una controfigura? La mamma è stata vittima di una morte apparente? E la seconda televisione che, poi, mi sono portato a casa, è forse della povera donna resuscitata, ma senza più la distrazione televisiva in cucina?

Passiamo al secondo caso.
Il bambino degli Iron (ovviamente detto così per la sua passione per il gruppo heavy) appare in negozio giovanissimo quando si accorge che nel nostro database olandese si trovano molti cd del suo genere preferito e per di più scopre che io sono un ex collega di suo nonno (nella mia precedente vita ho lavorato per otto anni in banca). Incomincia a bombardarci di richieste telefoniche e di persona, fino a quando i suoi genitori mi dicono di non ordinare più niente senza la loro autorizzazione, autorizzazione che però il bambino estorce con una certa facilità. La sua impazienza quando aspetta i dischi è veramente stressante. Un esempio: passa un giorno e gli dico che il suo cd era in arrivo il giorno successivo. All'alba del giorno dopo si presenta il nonno "Sono venuto a ritirare il disco di mio nipote", "Alle 8,30 è un po' difficile che il corriere sia già passato", "No! E come faccio?", "Passa più tardi, il pacco arriva in tarda mattinata o nel primo pomeriggio", "Sì, ma quello mi mette a perdere, vuole che gli porti il cd a scuola nell'intervallo delle 10,30".
Ed eccoci al caso in questione. Un altro ordine, un'attesa che si prolunga, una serie di telefonate sempre più urgenti e disperate e infine una mattina mi chiama "E' arrivato il mio disco?", "No -sono esasperato e gli rispondo malamente- e non so se mai arriverà", "No, no, lo voglio, mi serve, non posso farne a meno", "Arrangiati", "Ma io mi suicido" dice con voce rotta dalle lacrime. Faccio in tempo a sentire il nonno dirgli "Ma cosa dici?" e butto giù il telefono. Viziato sì, ma questo è troppo. Anzi non troppo, perchè si va oltre; vengo a sapere infatti che il mio ex-collega con una serie di telefonate a tutti i negozi del nord Italia, trova il famigerato e bramato cd a Milano: parte col treno e va apposta a comprare il disco per il nipote!
Tocca di nuovo a Maigret: il suo compito sarà quello di proteggere il bambino-iron da se stesso per evitare il suicidio o dal nonno per evitare il nipoticidio?
Incomincio a pensare di non essere molto portato per i servizi sociali: il rompipalle n.1 (vedi puntata "i rompipalle") ormai non lo saluto più aggravando la sua situazione psichica; Ottavio, il telefonista rompipalle n. 2, è disperato perchè, avendo memorizzato entrambi i numeri dai quali mi chiama, non gli rispondo e lui tempesta il reparto usato al grido di "Perchè Gian non mi risponde?"; non parliamo del puzzone, rompipalle n. 3, non fa in tempo ad entrare che lo spruzzo direttamente di deodorante; anche i pretendenti al podio per il 2011 (vedi "una puntata quasi seria") sono già stati sistemati: l'ex tassista dal taxi giallo, dopo una dura reprimenda, si avvicina timoroso al banco chiedendo il permesso di poter fare gli ordini "Se non ti disturbo, altrimenti torno un altro giorno" e per quanto riguarda il cliente semisordo ho incominciato a rispondere alle sue domande con un tono di voce molto basso, ovviamente lui non capisce niente e dopo un po' si è demoralizzato ed è praticamente sparito. Probabilmente il mio amico commissario (molto umano)  non sarebbe molto d'accordo col mio modo di comportarmi, ma sinceramente io...cos'è questo odore? Il mio olfatto viene colpito da un profumo dolciastro indiscutibilmente di pipa e un'ombra ingombrante si affaccia sulla porta. Sono sul punto di sbottare "non si può fumare in negozio", ma vengo preceduto dall'ombra che si gira e rivolto a due persone fuori dal negozio dice "Lucas, Janvier, portate monsieur Balduzzì al Quai des Orfèvres, chiudetelo nel mio ufficio, lo torchierò io".

Opps, ragazzi, Parigi non è dietro l'angolo, però, se passate di là, mi raccomando le arance (che mania questa delle arance, io preferirei dei cioccolatini!).

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