A 20 anni del primo album dei suoi Pavement (con cui è di recente tornato a suonare dal vivo), Stephen Malkmus è un’istituzione del rock ‘indie’ americano. Se la sua discografia insieme ai Jicks non aveva sinora prodotto esiti realmente memorabili, questo nuovo lavoro sembrava promettere piuttosto bene, se non altro per la presenza come produttore di un'altra figura leggendaria, Beck Hansen. Alla resa dei conti, nemmeno Mirror Traffic è un capolavoro, ma suona motivato, persuasivo e più lineare rispetto al passato recente. I momenti migliori sono quando questa dimensione alt-pop ‘intelligente’ (persino troppo) viene increspata da piccole spigolosità che riportano, inevitabilmente, ai Pavement (Tune Grief, Forever 29). Peccato solo per la mancanza di pezzi che lascino davvero il segno. (Antonio Vivaldi)