Gli schizzinosi, i precisini, le malelingue, gli invidiosi, modernisti, filologi, esegeti diranno che questa è un'uscita di cassetta. Diranno che un disco sostanzialmente identico (anche se meno curato, nel suono, nella performance) i Pogues lo avevano già pubblicato, come bonus di uno dei molteplici best of. Diranno: che i Pogues, da oltre 10 anni, a Natale o giù di lì, fanno un giro di birra e nostalgia senza aggiungere nulla alla loro passata gloria (questo è il disco, un live celebrativo). Diranno così e magari hanno pure la fredda ragione della scienza. Ma non dicono che queste canzoni, questo pubblico, queste urla sopra e sotto il palco sono tra le espressioni migliori e più vive di quella cosa chiamata musica. Il tempo passa per tutto e tutti, salvo per le belle canzoni. Celebrarle ancora e ancora non è un errore. È un dovere. Pogue Mahone. (Marco Sideri)