07 Marzo 2011
|Ancora una volta il nostro cantore, Antonio, ci ha abbandonato, questa volta non per il sole delle Canarie, ma per il freddo del Baltico. E anche questa volta tocca a me sostituirlo. Lo farò descrivendo una giornata di vita in negozio.
La giornata incomincia male: salta una corsa dell'autobus e questo mi fa arrivare con qualche minuto di ritardo rispetto al solito: arrivo davanti alla vetrina verso le 8,25 e ormai non trovo ad aspettarmi Ciccio, "indipendente non retribuito", che, prima di andare ad aprire il negozio dove lavora, esegue i suoi compiti ufficiali mattutini: mette fuori il cartellone pubblicitario di Formentini (mio amico e vicino di negozio, venditore di computer), sostituisce il "pigolo" del lucchetto e accende le luci. Ma che bella giornata, tocca a me fare tutto. Mi ha aspettato invece Falchetto, che, al contrario, non viene da me sfruttato, ma è lui a sfruttarmi, sempre pronto a catturare le riviste musicali che al mattino porto in negozio, per poi piazzarsi al computer in cerca dei dischi recensiti sul database olandese. Dopo di lui entra anche il pensionato ballerino di liscio che mi elargisce la barzelletta quotidiana oltre alla rivelazione che una certa brasiliana che ora sta con un ministro, prima se l'è spupazzata lui! Una volta che li ho mandati a lavorare, mi metto sulla porta ad aspettare "il puzzone" (vedi puntata "la classifica dei rompipalle"); ieri ero appunto lì quando l'ho visto arrivare, allora mi sono chiuso fuori per impedirgli la sua solita azione di infestazione; lui allora mi ha guardato e ha incominciato a ridermi in faccia e più stavo attaccato alla porta, più lui rideva sbavando e i sussulti gli facevano scendere i calzoni sotto l'imponente pancia, trattenuti non più dalla cintura, ma da un'estemporanea erezione (probabilmente per la goduria di costringermi a prendere freddo per non farlo entrare). Alla fine però ha ceduto lui e se ne è andato. Per questo anche oggi lo aspetto sulla porta, ma, non vedendolo, rientro, speranzoso di essermene liberato.
Arriva il pacco dall'Olanda e ovviamente la testa di Carlo A si piazza tra i miei occhi e i cd, fino a quando non gli lancio un urlo, che lo fa retrocedere di qualche....centimetro. Per fortuna arriva ad aiutarmi un secondo "indipendente non retribuito", Dario, che mi aiuta a contare la merce. Purtroppo il conto non quadra e ci tocca spuntare i dischi uno per uno e ovviamente (ma che bella giornata) quello mancante non è l'ultimo, ma il penultimo. Ecco che entra anche "u megu" alla fine del giro di lavoro con la sua sacca del sangue (non è un vampiro, ma fa prelievi a domicilio): un po' ostacola anche lui con le sue richieste di dischi di prog anni '70 di gruppi sconosciuti e dai nomi improponibili, ma alla fine lo trasformo nel terzo "indipendente non retribuito", incaricandolo di portare un cd all'oste dei Truogoli. Vedendo il pluriespulso Carlo A un po' abbacchiato dopo la sgridata, lo incarico di buttare nella spazzatura la scatola vuota: se ne va tutto fiero col suo trofeo (quarto, inconsapevole, "indipendente non retribuito"); mal me ne incoglie, ritorna e mi massacra alla ricerca di ristampe in vinile 180 grammi di dischi di cui ha già il lp originale, la ristampa in cd normale e quella "delac". Subito dopo arriva Roberto P che, vedendo un cliente che si compra un vinile di cui ha già la versione cd, dice a Carlo "non capisco i collezionisti che si comprano lo stesso disco in diversi formati", e lui cosa ha il coraggio di rispondere ? "Io non lo farei mai, compro solo dei doppioni se hanno qualcosa di interessante in più" e nello stesso momento mi ordina sia il cd che il lp di Little Games ristampa degli Yardbirds, che già aveva in tutta una serie di edizioni diverse, probabilmente anche quella moldava. Ecco finalmente il mio dottore (ovviamente un cliente quotidiano); mi faccio misurare la pressione, così davanti a tutti (anche questo succede a Disco Club) e Paolo il pompiere ne approfitta per farsela misurare anche lui: ho sempre detto a Giuse (il dottore) che dovrebbe aprire uno studio al piano di sopra del negozio per i miei vecchi clienti anziani, magari insieme ai suoi colleghi (e clienti) Mimmo e Doc, che potrebbero andare benissimo essendo psichiatri, il primo per adulti, il secondo infantile (forse, vista la mentalità media, quest'ultimo è più adatto). Finalmente la mattinata è finita e posso chiudere e andare a prendere l'autobus, no porca miseria, mi sono dimenticato, c'è sciopero dalle 10,30 alle 15,30, ma che bella giornata.

Mangio, mando i messaggi ai clienti per avvisarli delle ordinazioni arrivate e corro di nuovo giù.
"Non farmi passare davanti degli altri come hai fatto ieri con quel tuo amico"
"Sì, ma lui ha speso 200,00 € e non mi fa fare ricerche quotidiane come fai tu e in più, come vedi, oggi ho da fare e non posso perdere tempo coi tuoi pizzini".
Il resto del pomeriggio in confronto è una passeggiata. Qualche decina di telefonate: "Disco Cluuuuub", "Pronto, è arrivata l'Olanda?", "Siiii".
"E' arrivato qualcosa per Bruno?" (il suo amico col quale viene in negozio)
"No. Ha ritirato tutto e non ha ordini in sospeso". Ha un'espressione strana e allora gli dico "Ma, perchè me lo chiedi?".
Mi risponde con una domanda: "Hai letto di quell'ubriaco che ha investito un ragazzo di 21 anni?"
Mi si gela il sangue, perchè temo il seguito: "Era Bruno?". Un cenno di assenso e Roberto se ne va.
Chiudo. Fuori per fortuna piove, non apro l'ombrello, così se dovesse scendermi qualche lacrima, chi mi vede può pensare che sia pioggia.
Ma che bella giornata.
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