Ci vuole un multiforme ingegno per districarsi nella banale quotidianità della vita. Franco Zaio, libraio, scrittore, musicista, padre di famiglia, ce l’ha e non teme di dimostrarlo, sommessamente, come si confà a un devoto di Cesare Pavese, dalle cui poesie ha tratto le parole per sette brani suonati (chitarre, tastiere e ritmica) e cantati in solitudine (salvo “Last blues” con Michele Ferrari al dobro e la voce di Francesca Pongiluppi e “Come uno che si lasci cadere” con Andrea Frascolla alla Stratocaster). Il rischio era grande: rimanere schiacciato dai versi dello scrittore o stoltamente annacquarli. Invece fin dalla chitarra che introduce “Tu sei come una terra”, la sintesi funziona: originale, con echi riconoscibili, ma sorprendenti, e, considerati i testi, paradossalmente vitale. (Danilo Di Termini)
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