A Davide Cedolin piacciono la campagna e la natura, due costanti che probabilmente lo aiutano nell’ispirazione, e danno il nome ai suoi dischi. Lo scorso anno, a primavera, uscì il suo primo EP, In The Valley With The Mules, progetto registrato in pieno lockdown. Season Creep (un EP di quattro brani) è uscito invece poco prima del Natale 2020. A quanto pare il titolo si riferisce all’incontrollato variare delle stagioni, cosa evidente a tutti, ma di più a chi sta nella natura per scelta di vita. Oltre all’esperienza con il gruppo Trónco, collettivo genovese che spazia nell’ambito del post-rock, Cedolin porta avanti la sua proposta da solista utilizzando voce e chitarra, con accordature aperte e atmosfere stranianti. La sua proposta si colloca vicino ad artisti come Steve Gunn, Devendra Banhart e, di conseguenza, anche alla potente arte di John Fahey. Ci sono deboli echi di blues, e schegge cantautorali che evocano artisti come Michael Chapman o giganti dimenticati come Fred Neil. I due dischi sono strettamente autoprodotti, praticamente fatti a mano (e pure a km. zero). Procurateveli entrambi, fisicamente o dalla rete, faranno bene alla salute (e anche all’artista). (Fausto Meirana)