
Un disco di fronte al quale si resta indifesi. E dire che, come la copertina della ristampa su cd suggerisce, questo è un disco fatto d’acqua e perciò potrebbe evaporare in un attimo. Invece, da quasi trent’anni, “Rock Bottom” stupisce chiunque lo ascolti, compreso chi all’epoca della sua pubblicazione non era ancora nato. Un’opera inclassificabile, unica; un esempio di quel sacro graal a cui molti ambiscono: la musica totale. Quasi improponibile è qualsiasi termine di paragone, a parte forse il Tim Buckley di “Starsailor” per la struttura completamente “altra” dei suoni. Ma se lì vive la rabbia nei confronti degli elementi, quasi una prometeica ricerca del fuoco, qui si viene calati in una dimensione sospesa, prenatale e, ancora una volta, acquatica (“Sea Song”, ovviamente).